Questa mostra appositamente realizzata per lo spazio della galleria prosegue il tema della "Poetica dura" che Pistoletto ha annunciato all'inizio del 1985 come nuovo momento del suo lavoro. Sono volumi definiti di "materiale anonimo", dalla policromia sorda e tele che addensano il colore come se fosse oggetto o magma assorbito nel fondo del pozzo. Sono spessori di forme frammentate che invadono 1'ambiente e si appoggiano allineate tra pavimento e muro a formare un "long playing" di pezzi che sono tracce di momenti e di lavori diversi, anche distanti tra loro, avvicinati, connessi e sovrapposti. A partire dai "Quadri specchianti" nati nel 1961-62 il lavoro di Pistoletto avanza negli anni moltiplicando i suoi aspetti come sfacettature di un continuo, mutevole presente. Dallo specchio nasce la visione di un quadro sempre sconvolto dal movimento, dal mutamento delle immagini (riflesse), quindi di un realtà che vive dalla propria incessante trasformazione. Questa dinamica porta nel lavoro di Pistoletto una dimensione nuova, quella di "tempo" che taglia le forme della memoria in frammenti inafferrabili di presente. La mostra si percorre come camminare in un quadro che invade 1'intero spazio. Si attraversa il pieno e il vuoto e se ne è attraversati nella percezione di volumi che paiono impalpabili superfici e di superfici che diventano invadenti volumi. La mostra rimarrà aperta fino alla prima metà di Aprile 1988.

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