La Galleria Lia Rumma di Napoli inaugura, giovedì 18 gennaio 2024, la prima mostra personale in Italia dell’artista statunitense Paul Wallach dal titolo “Momentality”.

Nelle sue sculture, generalmente di piccole dimensioni, Paul Wallach (New York, 1960) usa diversi materiali: legno, gesso, tela, pittura, stringhe, metallo, talvolta vetro/specchio. Spesso queste “sculture murali”, proiettano riflessi effimeri che rivelano rilievi dipinti e tracce di orizzonti astratti e delicate forme tridimensionali. In alcuni casi, le sculture sono sospese al muro con una corda o un filo e possono quindi essere percepite come disegni nello spazio.

Nelle parole dell'artista, la scultura deve: “affrontare profondamente l'effimero, il bisogno, la fragilità, l'utilità, la verità, l'ambiguità, il tempo, la luce, il colore, il luogo, lo spazio, la forma, la materia, il volume, il vuoto, l'autonomia, l'identità, l'assenza di gravità e tutte le sue infinite combinazioni».

Per la sua prima mostra in Italia l’artista presenta alla Galleria Lia Rumma di Napoli una selezione di lavori recenti, insieme ad alcuni storici. Il titolo della personale, Momentality, come spiega l’artista: “E’ una parola che non esiste nel vocabolario. Ho messo insieme Momento e Monumentale e così facendo mi riferisco semplicemente alla monumentalità del momento. Il momento è ciò che può essere visto come insignificante, banale e allo stesso tempo ciò che definisce tutto. Poiché ciò che accade in questo momento, inevitabilmente, influenza tutto ciò che segue...il processo creativo e le opere risultanti ne sono un ottimo esempio”.

Momentality è anche il titolo-statement del lavoro allestito all’ingresso del percorso espositivo. È l’incipit trascritto in nero su di una piccola tavoletta in legno dipinta di bianco, attaccata al muro con un sottile filo di corda. Del resto, i titoli delle opere di Wallach sono sempre costruzioni meticolose. L’artista sceglie con cura il carattere tipografico, le maiuscole, la spaziatura, la punteggiatura. In un certo senso i titoli sono come scolpiti, emergono dalle stesse opere e stabiliscono un'equivalenza tra loro e gli oggetti. Come sosteneva il filosofo Gilles Deleuze, anche i concetti sono immagini, immagini di pensiero. Comprendere un concetto non è più difficile, né più facile che guardare un’immagine.

Le pareti che definiscono la galleria, lo spazio tra e intorno alle sculture si offrono a un intervallo meditativo. Come nel caso di s'effacée (2023), uno scampolo di calendario disegnato su carta e tela, che riposa su un piccolo davanzale di legno come riferimento alla mostra di Joseph Kosuth L’Ottava Investigazione (A.A.I.A.I.) proposizione 6 con cui Lia Rumma inaugurò la sua prima galleria nel 1971. Per Wallach l’opera è sempre la creazione di un nuovo spazio-tempo (anche se non si tratta di raccontare la storia in uno spazio e in un tempo determinati), per cui ogni lavoro è come una nuova sintassi, risultato del complesso dei rapporti intercorrenti tra i vari elementi compositivi e poetici.

Comunicato stampa