La Galleria Lia Rumma presenta Vita di Galileo,  la nuova mostra personale di Franco Scognamiglio.

La figura di Galileo Galilei, gli avvenimenti più importanti della sua vita e soprattutto il processo che la Chiesa muove contro la sua teoria eliocentrica, sono al centro del nuovo progetto di Franco Scognamiglio. L’artista ha modificato lo spazio della galleria creando un vano poligonale in prossimità dell’ingresso. Questo ambiente, dipinto in grigio scuro, intende ricreare lo spazio claustrofobico di una cella, in riferimento alla prigionia di Galileo. All’interno una video proiezione mostra un immaginario spazio cosmico, ispirato alle teorie del grande scienziato. Su un’altra parete, invece, una scultura disegna in negativo il profilo di una figura umana, attraverso la sporgenza di aghi appuntiti che alludono alla tortura. Superata la piccola stanza buia, il resto della galleria si presenta con le sue pareti bianche, occupate da cinque light box dedicati alla vita di Galileo. Le immagini riproducono, attraverso animazioni tridimensionali, spazi virtuali dalla forte valenza simbolica. Librerie, cerchi concentrici, pianeti, cannocchiali e scale, oltre a far riferimento allo studio e all’osservazione empirica della realtà, alludono al bagaglio conoscitivo dell’uomo e costituiscono una sorta di “teatro della memoria”. Scognamiglio riprende con questa definizione un’affermazione dell’antropologo americano Derrick de Kerckhove che considera la struttura del teatro come una possibile simulazione fisica di uno spazio mentale. Il teatro di Galileo diviene così uno spazio visionario, che sovverte ogni logica proporzionale e ogni teoria sulla gravità dei corpi. Ad esso si contrappone la visione della chiesa, formalizzata attraverso elementi architettonici di stile gotico che si riferiscono ad una concezione medievale del mondo. In questo modo si crea un’evidente contrapposizione tra la moderna visione del mondo di Galileo e l’attaccamento alla tradizione nella concezione della Chiesa. I brani posti accanto alle immagini dei light box sono stati estrapolati da due testi di Galileo, il Sidereus Nuncius e il Dialogo Sopra i due Massimi Sistemi, e dagli atti di accusa formulati dalla Chiesa. Con il lavoro su Galileo l’artista prosegue la ricerca iniziata con il video Degli Infiniti Mondi realizzato nel 2001 e dedicato al processo e alla successiva condanna al rogo di Giordano Bruno.

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