"Con l’arrivo della primavera, il maschio del bostrico individua un tronco in cui riprodursi, penetra sotto la corteccia e inizia a 'scrivere': il nome latino del bostrico è Ips typographus, lo scarabeo tipografo, proprio perché scava gallerie all’interno del tronco che ricordano segni tipografici.A causa dell’aumento delle temperature medie rispetto ai livelli preindustriali (1850–1900), gli alberi hanno sofferto di stress idrico dovuto alla siccità e si è verificato un aumento degli eventi meteorologici estremi.Dal 2018, anche a seguito della Tempesta Vaia, si sono create le condizioni ideali per la proliferazione del bostrico, che negli ultimi anni è passato dall’attaccare alberi morti ad attaccare anche alberi vivi in ottimo stato.Nel caso di questo progetto, sono stati realizzati frottage sui tronchi di alcuni faggi che avevano vissuto per quasi un secolo nel Parco del Valentino a Torino. La siccità e le alte temperature del 2021/22 hanno causato uno stress tale da portare alla morte di diversi alberi, successivamente attaccati dal bostrico.Tra agosto e settembre 2023 queste piante sono state prima sezionate e poi espiantate.Prima dell’espianto, sono riuscito a registrare, attraverso la tecnica del frottage, i segni lasciati dal bostrico su sei alberi differenti.Ogni opera si sviluppa su tre tavole: la prima mostra lo sviluppo della circonferenza del tronco e l’intero tracciato creato dagli insetti sotto la corteccia; la seconda mostra la superficie interna della corteccia, che ricopre e protegge il tronco; la terza, invece, riguarda la sezione del tronco: il taglio della sega non consente più di leggere la memoria dell’albero e del suo ambiente, poiché gli anelli non sono più visibili. L’opera, infine, si presenta come una grande lastra fotografica in vetro, sulla quale i segni della sega sono serigrafati con un colore creato dalla cenere della loro corteccia."— Michele Guido
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via Ludovico il Moro 1, Milano
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8 aprile – 15 giugno 2025